Il vuoto dovuto alla morte di chi ci accompagna nel quotidiano è qualcosa di difficile da sostenere. Esiste un prima, poi un dopo. Questione di termini e di astrazione. Rimane il fatto di non avere più la possibilità di uno scambio reale con chi è morto. Possiamo parlare con i morti attraverso i ricordi e l'immaginazione. Scrivere dei defunti è cosa normale. Ragionare sull'accaduto può diventara prassi quotidiana e dunque il morto continua a farci compagnia. Non è la stessa cosa senza dubbio. Ma la vicinanza, con chi non esiste più, può diminuire d'intensità, oppure accentuarsi. Parlare con i fantasmi, vivere in compagnia di queste entità astratte è frutto di una capacità peculiare degli umani: immaginare ciò che non c'è, proiettare le possibilità oltre a ciò che i cinque sensi comunicano. Nulla di soprannaturale, non servono medium o sedute spiritiche, più che altro desiderio di contatto, a fronte di una inevitabile sensazione di amputazione. Il lutto è amputazione d