Camille (2019)

di  Boris Lojkine
Francia 2019


 

Camille è un film biografico che racconta la storia della giovane fotoreporter francese Camille Lepage, uccisa nel 2014 mentre documentava il conflitto in Repubblica Centrafricana. Il film mescola il ritratto personale della protagonista con la cruda realtà del paese africano, sconvolto dalla guerra civile e da conflitti etnici, offrendo una riflessione non banale su cosa significhi essere fotogiornalista.

Ripulito dalla questione biografica, sempre rischiosa quando si racconta qualcosa, nel film c'è spazio per chiedersi quanto l'informazione, la fotografia, possa essere problematica, non intendo naturalmente dal punto di vista tecnico, ma umanamente e moralmente. Camille è giovane e fa amicizia con i suoi coetanei che fotografa e documenta. Non le risulta normale scattare e scappare, vuole esserci, capire e vivere con loro. I colleghi più anziani e di esperienza la esortano a non lasciarsi coinvolgere, per non soccombere e perchè il loro lavoro è spostarsi di paese in paese e scattare foto senza mai far parte del mondo rappresentato. Ma come si fa? E' come se si chiedess Camille. Dopo le foto pubblicate su Liberation, le viene infatti chiesto di coprire l'Ucraina, ma lei non vuole e così tornerà in autonomia nel paese africano dove avrà modo di seguire i giovani combattenti, assistere a violenze e brutalità, morti, lutti e dolore e dove purtroppo incontrerà la morte.

Il film ha il merito, secondo me, di toccare varie questioni con delicatezza, sfiorandole, facendole vibrare, senza tuttavia offrire una chiave interpretativa, una facile metafora o una morale ben confezionata. C'è, come dicevo, la questione dell'informazione, ma c'è anche il rapporto coloniale tra bianchi e neri, c'è la questione dei giovani che riescono ad intendersi quasi istintivamente e che hanno coraggio da vendere, c'è il grande dramma africano che va a bracciatte col grande dramma occidentale. Camille è sconvolta da quello che vede, torna in Francia, piange, è sotto shock, cerca di ritornare alla vita dei suoi amici, fatta di cene, feste, discoteca... ma non ce la fa, ormai il "mal d'africa" (o il mal di vivere?) ha avuto la meglio.

Nina Meurisse interpreta Camille con straordinaria sensibilità, dando vita a un personaggio determinato, idealista e vulnerabile. Lojkine non edulcora la violenza né il caos del conflitto, ma riesce a bilanciare l’orrore della guerra con momenti di umanità e autenticità.

Il film è ben girato e interpretato, anche la scelta di utilizzare le vere immagini della fotografa ha senso e sono ben amalgamate col resto. Tttavia rimane un senso di incompletezza. Seguiamo Camille e ci chiediamo chi sia, che ci faccia li, perchè, quale sia stato il suo percorso per arrivare in un luogo tanto pericoloso, da dove tragga il coraggio che la spinge a muoversi in situazioni decisamente pericolose. 

E' un film molto interessante, che va guardato con attenzione e partecipazione.

 

(by CAMILLE LEPAGE/AFP/Getty Images)

(by CAMILLE LEPAGE)


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