Netflix: Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi (2022)


Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi
di Erika Wasserman
Svezia 2022

Una caldissima serata estiva di provincia, termometro ben oltre i 30 gradi e umidità tropicale. Non c'entra col film, essendo ambientato in Svezia, il nord fresco e organizzato. C'entra con la mia condizione di essere umano sfinito dal caldo e in cerca di qualcosa da guardare di non troppo impegnativo. L'algoritmo di netflix mi propone "Quando ho smesso di preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi"... un film dal titolo pruriginioso che avrebbe dovuto stimolarmi ma che in realtà poco mi ha attirato. Tuttavia, complice il caldo, il mio pollice ha fatto ok sul telecomando... ed è stata una piacevole sorpresa!

Erika Wasserman e l'attrice Katia Winter sono molto brave a dirigere e a dare corpo ad una commedia leggera ma profonda, che di continuo passa dal tono drammatico a quello surreale, canzonatorio. L'oggetto della presa in giro è il maschio, la sua immaturità e la sua visione patriarcale del rapporto di coppia e lavorativo. Nel film ci sono molte gag e trovate per ridicolizzare questi aspetti. Lei è una donna in carriera che nel tentativo di mantenere in piedi una rapporto fallito, lascia il lavorio subendo, suo malgrado, varie sventure: dovrà cercarsi una casa, rifarsi una vita amorosa, degli amici, dovrà sottostare alle regole maschili del lavoro e al fatto di essere una quarantenne, dunque ancora sexy come donna matura ed esperta, ma non più giovane per una relazione duratura con maschi immaturi e frivoli.

Il tema centrale è... la figa! Senza essere volgari, una giovane donna conosciuta per caso, insegna alla protagonista come cambiare il punto di vista sull'esistenza: niente più efficienza, eccellenza, multitasking al limite del sovraumano (tutte qualità assenti negli uomini che la circondano), ma concentrazione sui desideri del basso ventre. Questa giovane sciroccata le dice: "quando guardi un uomo o qualcosa che ti interessa, osservalo per tre secondi, non di più, poi concentrati sulla tua figa e decidi!"... il motto che le insegna è: "Prima la figa!". Il titolo allude al fatto che la protagonista comprerà un vibratore attraverso il quale provare le gioie dell'orgasmo e della masturbazione.

Interessante vedere come nel film sia del tutto naturale che i due coniugi si separino e sia lei ad essere sbattuta fuori di casa, nonostante la presenza di un figlio di soli pochi anni, che rimarrà a vivere col padre. Così come il maschio nordico, che nell'immaginazione nostra di individui mediterranei (o quasi) sono percepiti come semidei evoluti e per nulla maschilisti, nel film sianoo descritti in tutt'altro modo.

Il film, ripeto, si regge sulla bravura di Katia Winter, l'attrice in grado di esprimere con uno sguardo, una tensione delle labbra, un movimento del corpo mille sfaccettature di una donna in via di emancipazione e che in una scena madre esilarante ma anche molto triste dichiarerà al proprio capo che non vuole più essere quella efficiente e bravissima, ma da ora in poi vorrà essere mediocre e poco capace come i colleghi maschi. Una sorta di rivendicazione alla felicità che finora sembra appannaggio solo del sesso maschile.



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