The full-time wife escapist - Serie TV

The full-time wife escapist
Giappone 2016


 

Tratto da un manga per donne (josei manga) scritto e disegnato da Tsunami Umino, racconta in chiave surreale e sentimentale di relazioni amorose e matrimoniali. Fa da protagonista il matrimonio eterosessuale e poi di contorno le "varianti" rappresentate da single, divorziati, gay.

Spesso si legge che in Asia (Giappone, Corea, Hong Kong e Cina) le donne subiscono il maschilismo della società e in particolar modo le donne lavoratrici oltre alla cura della casa, della famiglia, allo stress del lavoro, spesso si ritrovano sul groppone pure i suoceri o i genitori anziani. Il maschio asiatico lavoratore è praticamente assente, sia per i ritmi lavorativi frenetici, sia per mentalità. Una miscela esplosiva che porta i paesi asiatici (e pure occidentali) a ritardare i matrimoni o addirittura a rifiutarli. Sempre più donne decidono di rimanere single e senza figli, oppure si opta per la convivenza e dunque una buona dose di precarietà famigliare.

La serie tv in questione prova a scardinare i luoghi comuni del matrimonio e della famiglia e prova a sviscerarne i limiti e le trappole per le donne. Il punto di vista è quello femminile.

Uno: la casalinga è un lavoro, dunque andrebbe retribuito e regolamentato da un contratto.

Due: come in ufficio o sui luoghi di lavoro, tuttavia, poi subentrano regole e modi di comportamento accettati e conformi al contratto. Per esempio: come regolamentare il contatto fisico ed emotivo, per non parlare dell'innamoramento, tra datore di lavoro e dipendente?

Tre: se i soldi e il contratto costituiscono una base di partenza di un rapporto di lavoro, cosa succede a questa base quando subentra il sentimento? Il maschio si aspetta la volontarietà e dunque gratuità del lavoro domestico e di accudimento della famiglia? Il contratto diventa carta straccia?

Quattro: un nucleo famigliare è un'azienda? per tanto, se il rapporto tra i coniugi non è di tipo datore di lavoro/dipendente, cosa dovrebbe essere? di cooperazione (co-managment)? Nel concreto: divisione dei lavori domestici e contribuzione reciproca al budget famigliare?

Cinque: e il matrimonio? E' solo un riconoscimento sociale? Un obbligo? o è un progetto che va condiviso e costruito, quasi fosse, appunto, una sorta di start-up?

Tanti temi vengono affrontati e si cerca di gestirli inserendo siparietti divertenti e tipici della cultura televisiva nipponica (gare, sfide, competizioni). C'è anche una buona dose di sentimentalismo che potrebbe stancare lo spettatore occidentale, ma fa sognare gli amanti dell'immaginario manga nipponicOore di puntate per riuscire a darsi un abbraccio, quasi l'intera serie per finire (probabilmente, ma non è certo) a letto insieme.

Di contorno, dicevo, sono introdotte tematiche contemporanee come l'omosessualità (maschile), la vita libera ma impegnativa dei single non più giovani e l'amore tra età diverse (molto di "moda" in Asia le donne mature con ragazzi decisamente più giovani).

Che dire, se si riesce a superare la lentezza e l'infantilità di un certo immaginario visuale e sentimentale nipponico, si entra appieno nel senso della serie e forse si riesce pure ad apprezzarne il coraggio. Tuttavia esiste il coraggio di chi osserva i tempi e cerca di criticarne gli aspetti incoerenti e di potere e chi usa il presunto coraggio per accettare quello che già è successo. Questa serie tv fa esattamente questo: descrive un cambiamento epocale che sta investendo il mondo occidentale e in particolar modo, forse, il mondo femminile asiatico. Non più schiave di uomini, ma lavoratrici e donne autonome in grado di decidere del proprio destino, tra mille difficoltà e incomprensioni.

Nota finale: i due attori principali, molto bravi a rendere i propri personaggi fumettosi e stralunati, ma anche vivi e reali... alla fine sono diventati una coppia reale e si sono sposati! Buon per loro.

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