Las Leonas (2022)

di Chiara Bondì e Isabel Achával
Italia 2022


 

Il film documentario mi è piaciuto. L'ho visto all'Anteo di Milano, in una saletta piccola ma accogliente.Tuttavia qui di seguito faccio il recensore negativo, lo stroncatore: perchè? perchè mi va e perchè un buon film deve, credo, suscitare anche l'effetto contrario, la critica, appunto.

Moretti produce un film-ricatto... come un tempo l'esimio appellava quei film su tematiche importanti che non possono essere criticati. E come si può criticare un film sulle badanti e colf senza essere tacciati di fascismo? Nel film si ride e si piange e mai furono più stonate le tre lacrime versate da tre personaggi. Non ci servono le lacrime per comprendere la realtà e quando usi le lacrime, be', poi di lacrime perisci.
Il documentario parla di vite spesso difficili, di donne che hanno attraversato l'oceano per ritrovarsi in un paese falso e cattivo come l'Italia, con datori di lavoro senza scrupolo, oppure con altri datori di lavoro che seduti comodamente davanti al pc, poi "dialogano" con le serve facendole sentire "importanti", peccato che loro i padroni gentili hanno il fondo fiduciario del benessere e loro le serve puliscano il cesso di questi individui gentili. Forse allora meglio gli stronzi contro cui è possibile scagliarsi e battagliare? Il dibattito si apra.
Per farci digerire la pillola il film e ricco di simpatia e buona musica. Si sa, i latinos sono festaioli e "allegri" di natura, ballano anche se piangono, fanno comunità e proprio non sanno, all'inizio, cosa sia fare le pulizie, ma poi imparano in fretta. Non si dica mai che disturbiamo la tante belle famiglie di sinistra che proprio di fare i mestieri e accudire gli anziani non vogliono farlo, non possono, sono troppo impegnati tra il lavoro e i pensieri. Se leggo un libro e vedo uno spettacolo teatrale, per poi fare gli aperitivi di club e associazioni, di tempo per pulire la merda no ce l'ho. E poi? mica noi intellettuali colti siamo nati per pulire culi e camice, no?
Queste donne, queste leonessse, ci raccontano pezzetti delle loro vite precedenti, non troppo per non scioccarci e anche perchè... diciamocelo... siamo onesti una volta ogni tanto... ma a noi, fuori dal buio della sala... che cazzo ci frega di loro? Se sonono state stuprate dai patrigni o dal passante nella baraccopoli, se il mafioso di turno le ha usate e fatte prostituire, se hanno venduto figlie, madri e amiche... meglio non saperlo, perchè poi ci turbiamo e il turbamento produce distacco e disaffezione.
Se vuoi raccontare un torneo di calcio, come metafora della vita, be' allora forse ci devi raccontare cosa significa sul serio e soprattutto devi saper riprendere una partita di calcio, no? Mica bastano delle riprese a caso, qualche rallenti e delle inquadrature stile Messi/Ronaldo/Nike per farci sorridere.
Proprio il difetto maggiore di questo filme: ci fa sorridere, ci fa emozionare (poco quanto basta, non esageriamo) e ci fa riflettere, però poi il cesso ce lo pulirà la schava di turno e ci sentiremo bravi se invece di ignorarla lei ci sorriderà... così arriveremo al capolavoro finale: ti premiamo se, invece di essere una badante incazzata che cerca di fotterci appena possibile (ce lo meriteremmo), oltre al lavoro faticoso ti impegnerai a sorridere, a raccontarci qualcosa di te, ad amare i nostri figli come noi non facciamo e ci farai sentire un po' meglio, un po' di sinistra. Capolavoro del capovolgimento epocale!

Sono stato decisamente duro, troppo e non lo merita. Il documentario è godibile e accarezza con delicatezza un tema che rischia, a prenderlo con impeto, di travolgere le esistenze comode e immotivatamente ansiose di noi occidentali. Dunque da lodare una certa leggerezza e qualche scivolone modaiolo...



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