Tre piani senza ascensore

Tre piani
di  Eshkol Nevo
Neri Pozza 2017


 

Tre piani è un romanzo in tre episodi, intrecciati ma distinti. Si legge in modo scorrevole e comunica una certa tensione, specialmente al primo e al terzo piano.

Parla essenzialmente di donne, ma l'ombra maschile (patriarcale?) è visibile, se volutamente o meno non lo so.

E' un libro appassionato e di facile lettura, non annoia, anche se potrebbe.

I tre protagonisti parlano in prima persona e tutti e tre si raccontano: chi ad un amico, chi per lettera e chi attraverso un vetusto marchingegno analogico. Si raccontano in modo aperto e sincero, dicono di non mentire, ci provano. Sono dunque confessioni. Come tali presuppongono una colpa, che in effetti in tutte e tre le vicende c'è.

Nel terzo episodio l'autore si sente in dovere di spiegarci la metafora dei tre piani. Come se temesse di non farsi capire o, al contrario, come se desse per scontato che è una metafora così evidente da poterla "svelare" in modo placido. O forse ci offre la sua interpretazione per depistare?

Possiamo leggere il romanzo come metafora psicanalitica, oppure sociale, politica. Possiamo passare da una visione più intimista ad una visione collettiva. In tutti i casi il simbolismo è di facile comprensione e alla lunga, appunto, stanca. Come l'intensità della confessione personale, estesa su tre episodi, più che calare il lettore in una situazione di vicinanza emotiva e umana, alla fine lo spinge ad allontanarsi. Come se l'attenzione alla fine venisse meno, come se fossimo investiti da troppe confidenze personali che in definitiva non vorremmo ricevere.

Non mi è sembrato un romanzo riuscito appieno. Si sente l'artifizio della "scrittura creativa" e l'urgenza di comunicare qualcosa a tutti i costi.

In tutti e tre i piani c'è un giudizio morale che aleggia, rendendo le figure coinvole, per assurdo, fredde e distanti.

Ho provato a capire se l'effetto complessivo di finzione costruita fosse voluto e funzionale a qualche cosa d'altro (una metafora più sottile? una critica della contemporaneità? una visione politica') ma non ci sono riuscito e mi pare che tre piani esaurisca proprio in quella divisione fittizia dei tre livelli, della colpa, del perdono, del dialogo individuale che può, alle volte, farsi collettivo, condiviso.

Mi aspettavo di più.

NB: leggendo il libro ho capito perchè sia piaciuto a Moretti che ne ha tratto il film (che non ho ancora visto). Un forte ego maschile, la prima persona, una facile metafora utilizzabile a più livelli, la psicanalisi, un po' di melodramma.

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