Jorge Nestor Troccoli, aiutiamolo a ricordare

 


A fine anni settanta un tal J.N.Troccoli, il cui bisnonno era italiano emigrato in Uruguay da Marina di Camerota (SA), è il responsabile dell'S2 un reparto dei servizi di sicurezza uruguiani incaricato di recuperare i sovversivi in giro per l'america latina e riportarli in patria per essere torturati e poi fatti sparire. Dai "Pozos" segreti transitarono a migliaia e gli scomparsi, i desaparecidos, furono decine di migliaia. L'Uruguay è stato lo stato con il più alto numero di desaparecidos in proporzione alla popolazione. Ci sono innumerevoli testimonianze che indicano Troccoli come il responsabile dirette e indiretto delle torture e delle sparizioni. Ci sono suoi pari e sottoposti che ne lodavano l'operato e la capacità di estorcere informazioni.
Poi le dittature finiscono e Troccoli e i suoi compari fascisti si ritrovano salvati in patria dall'amnistia. però poi a fronte delel azioni delle associazioni di desaparecidos e della politica le coperture saltano e Troccoli decide di emigrare nel paese del suo bisnonno. Ed ecco che nel 2007 scappa dall'uruguay e si rifugia a Marina di Camerota dove il suo cognome è diffusissimo.
Tuttavia le cose non gli vanno proprio lisce. Viene rintracciato dai giornalisti uruguaiani e il suo nome compare su giornali locali del cilento. Compare anche un mandato di arresto internazionale e l'Uruguay ne chiede l'estradizione per porterlo processare. Lui si "costituisce" volontariamente e viene arrestato. Tuttavia dopo 22 giorni è rilasciato perchè il tribunale del riesame non trova gli estremi per l'arresto e l'allora ministro degli esteri Angelino Alfano non firma l'estradizioni per vizi di forma, dato che la richiesta del consolato era giunta con tre giorni di ritardo.
Poco male, Troccoli finisce nel libro degli indagati e processati del maxi processo Condor, un processo tutto italiano, possibile per via della sua doppia cittadinanza e della doppia cittadinanza di sei desaparecidos. In oltre 15 anni di processi, tre gradi di giudizio appena conclusi, si sono raccolte una quantità di informazioni impressionanti, testimonianze incrociate e documenti ufficiali che dimostrano in modo chiaro le sue responsabilità. Leggendo le carte c'e' un passo che mi ha colpito, un suo collega dell'S2 dichiara che loro avevano piena libertà di vita e di morte sui prigionieri, nessuno sopra di loro poteva, della gerarchia militare, poteva chiedere conto del loro operato. insomma l'importante è che facessero sparire gli oppositori, i famigliari e tutti coloro che davano fastidio alla dittatura militare. E così troccoli fece, da "servitore della patria" come si definisce lui sperando di giustificarsi e di farla franca. Perchè Troccoli da un lato nega le sue responsabilità, dicendo che non sapeva e che i desaparecidos non esistevano per lui, ne è venuto a conoscenza solo dai giornali tanto tempo dopo essere andato in pensione, dall'alltro ha ammesso in un suo libro che i prigionieri erano trattati duramente, perchè erano tutti pericolosi terroristi. 

per farla breve in primo grado Troccoli è dichiarato innocente, poi nel 2019 il secondo grado lo inchioda all'ergastolo che è stato confermato in via definitiva l'8 luglio 2021. Il giorno dopo troccoli viene presa dai ROS e condotto in carcere a Salerno.

Il fastidio che si prova ricostruendo la vita italiana di Troccoli è il fatto che lui non abbia mai ammesso le proprie responsabilità e che addirittura in una dichiarazione spontanea al tribunale dice che non sapeva nulla, che non ha mai fatto viaggi illegali all'estero per rapire oppositori politici e che non ha mai ucciso nessuno. Non dice di non aver mai torturato nessuno. Le parole sono importanti. In quella dichiarazione spontanea che si può ascoltare su radio radicale, quello che è possibile sentire, è un irriducibile, che prova a lanciare un messaggio mafioso a qualcuno, del genere: "io non parlo, capito? Attenzione che se parlassi potrei coinvolgere molte persone.", Ancora più irritante il fatto che uno così invece di assumersi le proprie responsabilità e accettarne le conseguenze, provi a scappare e nascondersi. Il suo avvocato, tal Guzzo, nella difesa insiste a dire che lui era un ilitare e doveva obbedire agli ordini: "Ubbidiva. Troccoli ubbidiva. Obbedienza, disciplina, fedeltà al proprio paese, questi sono i principi e le regole di chi si arruola, di chi sceglie la carriera militare, di chi sceglie di fare il militare di carriera. Questi sono i principi, queste sono le regole. Ci stai? Se ci stai bene, altrimenti a casa. Troccoli ci stava, come tante decine e decine e centinaia e migliaia di militari in Uruguay e nel mondo e coloro che tra Voi hanno prestato il servizio militare lo sanno bene.". Bene, allora se ubbidiva, dovrebbe pure ubbidire alla storia e alla patria quando gli dice di farsi processare, invece di scappare, no? Ma è il tratto dei bulli e dei violenti, devono sentirsi in gruppo e leggittimati dal potere, quando il gruppo si dissolve da coraggiosi e forzuiti diventano vittime spaurite. 

Qui un breve video di Rainews24 su Troccoli

Qui le carte processuali 2015-2017 del processo di primo grado sul sito 24marzo.it

Questo il dispositivo del 9 luglio 2021 della Corte di Cassazione

 

Qui di seguito i 6 desaparecidos con cittadinanza italiana per cui è stato condannato troccoli.

 

Edmundo Sabino Dosetti Techeira
(19/11/1952, Montevideo, Uruguay).
Sequestrato a Vicente López, in Provincia di Buenos Aires, insieme a sua moglie Ileana Sara María García Ramos il 21 dicembre 1977. Militante nei “ Grupos de Acción Unificadora” (GAU). Ancora desaparecido. 



Ileana Sara María García Ramos de Dosetti
(31.3.1954, Montevideo).
Militante dei GAU. E' stata sequestrata il 21 dicembre 1977 a Vicente López, nella periferia di Buenos Aires, insieme al marito Edmundo Sabino Dosetti Techeira. Era attiva militante nei “ Grupos de Acción Unificadora” del Frente Amplio. Ancora desaparecida.
 

 


Yolanda Iris Casco Ghelpi de D'Elia
(28/12/1945, Salto, Uruguay)
Sposata con Julio César D’Elía Pallares.
Sequestrata col marito il 22 dicembre del 1977 a San Fernando, Buenos Aires, Argentina. Erano militanti dei “Grupos de Acción Unificadora” (GAU). Lei era incinta di otto mesi. Deportati nel “Pozo de Banfield”. Yolanda a dato a luce un bambino del che se né approprio un ufficiale dell’intelligenza navale argentino e ha ricuperato l’identità nel 1995. Yolanda e suo marito sono ancora desaparecidos.



Julio César D’Elía Pallares
(28/09/1946, Montevideo, Uruguay).
Sposato con Yolanda Iris Casco Ghelpi de D’Elia. Sequestrati il 22 dicembre del 1977 a San Fernando, Buenos Aires, Argentina. Erano militanti dei “Grupos de Acción Unificadora” (GAU). Lei era incinta di otto mesi. Deportati nel “Pozo de Banfield”. Yolanda a dato a luce un bambino del che se né approprio un ufficiale dell’intelligenza navale argentino e ha ricuperato l’identità nel 1995. Julio César e sua moglie sono ancora desaparecidos.



Raúl Edgardo Borrelli Cattaneo
(18.2.1954 a Montevideo).
Sequestrato il 22.12.1977 a Lanús, nella periferia di Buenos Aires. E' stato visto nel CCD "Pozo de Quilmes" da dove sarebbe stato trasportato in Uruguay per essere ucciso. 



Raúl Gambaro Nuñez
(12/10/1939, Montevideo, Uruguay).
Sequestrato il 27 dicembre 1977 nella sede della Direzione Nazionale di Migrazioni di Buenos Aires, da parte delle “Fuerzas Conjuntas” di Uruguay. Dirigente sindacale, militante GAU. Visto nel centro “Pozo de Banfield” potrebbe essere stato trasferito in Uruguay. Ancora desaparecido.

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