FEFF - My Prince Edward

di Norris WONG, Hong Kong 2019, 93'
Fonha dato per scontato la propria liberta di cittadina di HK. Per oltre dieci anni. Sta per sposarsi, stipulando dunque un contratto (per lo meno ècosì che lo intende il futuro marito). Deve suo malgrado incontrare un continentale (cinese) con cui poter prima sistemare alcuni documenti. E' questo incontro che la spingerà a riflettere sulla sua (sola) apparente libertà e su chi la libertà deve conquistarsela tramite stratatgemmi e cittadinanzealternative. Esilarante la costruzione di un matrimonio tramite foto in una sorta di Ikea cinese. La tartaruga rovesciata che sarà "liberata" da uan suocera invadente, rappresenta forse il massimo grado di frustrazione di una donna che a fatica prende coscienza di se stessa e  del proprio livello di  asfissia da uomo cinese (e relativa famiglia tradizionale cinese).
Il film è apparentemente leggero, ma gioca sulla sull'indolenza e la passività di Fong per stimolare, forse, anche nello spettatore un desiderio di ribellione. E', finalmente, un primo tentativo di mettere per immagini quello che da oltre un anno sta succedendo ad Hong Kong?. Il desiderio di autonomia, di libertà dall'invasore continentale. Tuttavia, Prince Edward, incarna forse più una sorta di sindrome da colonizzati, rassegnazione di chi subisce passivamente un potere esterno senza sentirsi capace di ribellarsi. Il cammino è difficile, ma forse può avere inizio solo partendo dal continente, dai suoi cittadini, e non tanto dall'isoletta ex-colonia britannica, chi lo sa? Gli attori sono bravi, la messa in scena e la regia sono "invisibili" e poco appariscenti. Il letto coniugale, inondato dalla luce rossa dell'insegna, da colore dell'eros e della passione , in realtà si trasforma in rosso oppressione (come la bandiera cinese?).


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