La città fantasma

"La città fantasma"
di Patrick McGrath
Bompiani 2005



In attesa di trovare disponibile in qualche biblioteca "Follia" del medesimo autore, ho preso in prestito questo romanzo strutturato in tre momenti (o racconti). Ambientati tutti e tre a New York ma in epoche differenti (la guerra con l'Inghilterra, poco prima della guerra civile e infine il post attentato alle torri gemelle) raccontano una città com'era e come è ora, unendo le diverse epoche dal filo conduttore della psiche dei suoi personaggi. Il senso di colpa sembra essere la chiave di lettura, al quale si uniscono rapporti complessi e conflittuali con i padri e un assenza costante delle madri. Nel contemporaneo la psicoanalisi è il surrogato di una madre mai esistita, tuttavia una madre troppo sicura di se, a tratti tirannica.

Non mi ha esaltato questo romanzo. E' un po' macchinoso e un tantino freddo. Si percepisce troppo nitido il marchingegno: i personaggi sono marionette tra le mani del narratore, non sono esseri umani pulsanti, ma strumenti pr raccontare altro. Lo si capisce da subito e questa cosa svilisce un po' il tutto.

1. una donna dopo che NY brucia in seguito ad azioni politiche per mano degli inglesi (per lo meno così si pensava all'epoca) diventa una patriota e si sacrifica pur di collaborare con gli americani contro gli inglesi. I fatti sono narrati dal figlio che a distanza di decenni rivive il senso di colpa di aver tradito la madre.
2. Un arrichito americano, ha un figlio dedito all'arte che s'innamora però di una ragazza bella ma popolana. La ragazza sparirà e il figlio impazzirà. Dopo vent'anni di manicomio, il figlio farà ritorno e avrà modo di capire molte cose.
3. Nell'attentato delle torri gemelle una donna perde il suo amante, riverserà il prorpio senso di colpa su un avvocato che fatica però a tirare avanti e in analisi da molto tempo.

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