Grizzly Man

"Grizzly Man"
di Werner Herzog
USA 2005

L'uomo dei grizzly è Timothy Treadwell, un folle ragazzone americano con un passato da alcolista e drogato. Per redimersi si fa paladino dei grizzly in Alaska, dove ogni estate campeggia per mesi e gira centinaia di ore di video in cui il protagonista è lui stesso e gli orsi. Verrà sbranato e fatto a pezzi da un orso alla fine della sua ultima estate.

Herzog indaga l'uomo e l'umanità. Il rapporto con la natura, il desiderio di fuga verso un mondo apparentemente più semplice, più codificabile. Treadwell ossessivamente nelle sue riprese dice di amare l'Alaska e di amare i grizzly, "this is my life, this is my land", come per auto-convincersi. Vorrebbe forse girare un documentario, come se ne vedono tanti in tv, ma riesce solo a girare pagine di video-diario, in cui il protagonista assoluto è lui stesso prima ancora che gli orsi. Ha valicato il confine che gli abitanti locali hanno tenuto separato da più di 6.000 anni: uomini e orsi sono diversi e sono inavvicinabili. La realtà, come dice uno dei soccorritori, è che il ragazzone era un folle che faceva cose folli e che si è cercato ciò che gli è capitato, meritandoselo. Tuttavia c'è qualcosa che va oltre, ci sono delle sensazioni, delle inquietudini. Herzog lo sa ed è questo che probabilmente lo ha spinto a girare il documentario. Avvicinarsi al limite, superarlo o starne alla lontana, subire i limiti per poi convincersi che non esistano. Ecco un'altro anti-eroe, il perdente visionario, l'eterno ritorno dei film di Herzog.

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