Maborosi

"MABOROSHI NO HIKARI"
di Hirozaku Koreeda
Giappone 1995

Yumiko "sopravvive" al suicidio inaspetatto del marito, senza possibilità di comprensione. Con lei un bimbo di soli tre mesi. Passeranno le stagioni, il bimbo crescerà e la donna si ritrova risposata con un vedovo a molte ore di viaggio dalla metropoli di Osaka, sull'oceano, in un paese di poche anime. La vita trascorre normale, monotona, cadenzata dalle stagioni.

Yumiko fa tutto ciò che occorre fare: accudire alla casa e ai figli, amoreggiare col nuovo marito, integrarsi nel minuscolo villaggio. E' una donna composta, nessuna manifestazione esteriore del proprio dolore. Tuttavia il suo lutto non ha possibilità alcuna di essere compreso. Maborosi sono le luci che compaiono nel mare, che chiamano a se i pescatori, luccicanze di grande intensità.

Un giorno, affacciata sull'oceano, il nuovo marito la raggiunge e la trova in lacrime. Yumiko si chiede il perchè di quel suicidio... se lo chiede e intanto piange.

Il silenzio. Il rumore dell'oceano. I bimbi che giocano e corrono nella vita. Gli adulti che sopravvivono e portano un lutto profondo, senza possibilità di compassione, ne di consolazione, un vecchio che impassibile e rassegnato attende la sua fine.

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