Dillinger è morto


"Dillinger è morto"
di Marco Ferreri
1969 - Italia - Colore


Domenica pomeriggio, mentre il pupo dorme guardo il dvd preso in biblioteca.

Il film inizia senza dissolvenza o quant'altro. Un disegnatore meccanico finito il lavoro torna a casa, trova la moglie bella e sexy a letto col mal di testa e la cena fredda e standard preparata dalla cameriera sul tavolo. Decide di cucinarsela da se e così gironzola per casa. Trova una scatola con dentro una vacchia pistola a tamburo, la smonta, la pulisce, la rimonta e la colora di rosso a puois. Nel frattempo cucina e guarda i filmini girati in spagna l'estate precedente. Si sollazza con la cameriera e spara alla moglie nel sonno. Quindi esce di casa e s'imbarca su un veliero diretto a Tahiti, il veliero si staglia sullo sfondo rosso e sparisce solarizzato in un sole enorme e posticcio.
Film metaforico, uno splendido Michel Piccoli interpreta il disegnatore meccanico che con molta svogliatezza compie le azioni che compongono il film: come se montare una pistola, cucinare, palpeggiare la moglie per poi tradirla un'istante dopo, guardare la tv, guardare i filmini dell'estate, fossero tutte azioni intercambiabili. Anche sparare alla moglie e salpare per Tahiti verso un grande sole dell'avvenire...
Tutto è senza finalità, alienazione suprema di un colletto bianco in aria di 68.

Il film è stato girato a bassissimo budget quasi interamente nella casa di Schifani a Roma e nella cucina di Ugo Tognazzi. Tuttavia è stato accolto con grande successo e ha reso famoso a livello internazionale Ferreri, tanto che Scorsese sette anni dopo in Taxi driver ne copiò apertamente la scena del montaggio della pistola.

Da vedere con l'avanzamento veloce in più punti :-P

Il DVD presenta negli extra tre interviste al direttore della cineteca di Roma, allo sceneggiatore del film e al direttore della fotografia. Interessante anche il trailer originale che punta naturalmente su seni e glutei dell'attrice.

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